I Romani
I Romani si dissetarono con la posca, una miscela di acqua e aceto i cui venditori, spesso della classe operaia, erano come i venditori di cocco in Italia oggi, o almeno fino a poco tempo fa. Si diceva che posca dava forza; vino, intossicazione. (Posca fortem, vinum ebrium facit). Una spugna imbevuta di posca fu data a Gesù sulla Croce dalla Guardia pretoriana. Questa non era crudeltà, ma un atto di pietà da parte di un umile soldato verso quello che per lui era semplicemente un uomo morente.,Sulle tavole dei loro famosi banchetti, i Romani non avevano mai l’acetabolo, una ciotola contenente un bicchiere e mezzo di aceto, in cui i commensali immergevano pezzi di pane per pulire i loro palati tra un piatto e l’altro, mentre aiutavano digestion.In Roma, quasi tutte le ricette di Apicio, grande gastronomo epicureo del I secolo d. C., erano a base di aceto., Il suo quasi contemporaneo, Columella, ci ha lasciato alcune ricette per fare l’aceto in cui il lievito acido viene utilizzato per favorire la fermentazione, così come l’immersione nel vino di barrette roventi e pigne brucianti per purificarlo e liberarlo dai cattivi odori. I Romani avevano vari tipi di salse all’aceto, dal più semplice al famoso garum, una miscela infuocata di elementi legati insieme dall’aceto. L’aceto era anche usato per condire acetarie, insalate miste di carne e verdure o solo verdure che venivano servite come intervallo tra una serie di portate., E con un sistema noto oggi come “marinatura”, i romani usavano l’aceto per conservare il pesce fritto. Per Plinio il Vecchio, che nella sua Naturalis Historia lo raccomanda per tutti i tipi di disturbi, l’aceto aggiunge gusto e piacere alla vita.I legionari romani non erano mai senza aceto. Lo usavano ampiamente, a partire dal moretum, un’insalata di aglio, cipolla, ruta, formaggio di capra e coriandolo condita con olio d’oliva e aceto, che era il loro pasto abituale prima di una battaglia.,Durante le campagne militari, l’aceto veniva usato dai soldati diluito in acqua come bevanda dissetante e come lavaggio del corpo, per contrastare gli effetti della vita nel campo e le ferite non gravi.Durante la guerra tra Cartagine e Roma, il famoso generale cartaginese Annibale (247-183 a.C.) attraversò le Alpi al Passo del Piccolo San Bernardo con fanteria, cavalleria ed elefanti per evitare il mare, dove governavano i Romani. Così tanto è ben noto. Meno noto è come ha fatto. Il percorso era stretto e tortuoso, impraticabile per gli enormi elefanti., Così Annibale ordinò che grandi rami fossero incuneati tra le rocce che bloccavano la strada, poi bruciati. I soldati poi versarono l’aceto sulle rocce bruciate, rendendole abbastanza morbide da essere rotte, liberando così il percorso per le truppe e gli animali.
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