La vaginosi batterica, legata ad uno squilibrio nel microbiota vaginale, può essere causata da batteri presenti nel microbiota del pene di alcuni uomini e trasmessi durante i rapporti sessuali.
La vaginosi batterica (BV) è un’infezione molto comune., Spesso mostrando pochi sintomi, la malattia può avere gravi conseguenze, aumentando il rischio di infezioni trasmesse sessualmente (incluso l’HIV) e complicazioni durante la gravidanza (parto pretermine, parto pretermine e aborto tardivo). Il trattamento con efficacia a lungo termine è carente e la BV ricorre fino al 50% delle donne a 6-12 mesi dopo il trattamento.
Batteri che nidificano sotto il prepuzio
Alcuni uomini svolgono un ruolo, attraverso il loro microbiota penile, nello sviluppo della BV nel loro partner?, Numerosi studi supportano questa ipotesi, compresi quelli che mostrano una frequenza inferiore di BV (-40%) nelle donne che hanno rapporti sessuali con uomini circoncisi*. Poiché la pelle coperta dal prepuzio è particolarmente ricca di batteri associati alla vaginosi batterica, alcuni scienziati ritengono che la circoncisione sia un fattore di prevenzione.
Le stesse specie si trovano nel microbiota del pene e vaginale
Un team di ricercatori ha seguito 168 coppie eterosessuali, in cui la partner femminile era priva di infezione all’inizio dello studio., Dopo un anno di follow-up, quasi una donna su tre aveva sviluppato vaginosi batterica. Secondo le analisi, l’insorgenza di BV sembrava essere direttamente correlata alla composizione del microbiota del pene. Gli autori hanno identificato sette specie batteriche la cui presenza ha predetto con precisione l’insorgenza di vaginosi batterica. Molte di queste specie sono state trovate anche nel microbiota vaginale delle donne infette.
Trattare gli uomini per proteggere le donne?,
Questi risultati hanno portato i ricercatori a proporre due ipotesi: o i batteri del microbiota del pene vengono trasmessi direttamente durante i rapporti sessuali, o interrompono la flora vaginale e causano infezioni a lungo termine. In entrambi gli scenari, i ricercatori sostengono l’inclusione di partner maschili nel trattamento di donne infette e suggeriscono di valutare un trattamento che, modificando il microbiota del pene, impedirebbe l’insorgenza o la ricorrenza di vaginosi batterica.
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